La pubblica amministrazione non risponde della nullità del contratto di impiego, se questa dipende dalla violazione di norme imperative riguardanti i requisiti di validità delle assunzioni.
La responsabilità dell’amministrazione è esclusa quando il contratto è nullo per violazione di norme imperative concernenti i requisiti di validità delle assunzioni che si presumono conosciute o conoscibili mediante l’uso della normale diligenza.
Il dipendente pubblico, infatti, non può far valere l’affidamento riposto sulla legittimità dell’assunzione per chiedere la reintegrazione nel posto di lavoro, ma solo il risarcimento del danno.
Lo ha sancito la Corte di Cassazione con la recente pronuncia n.2316/2020.